Cofanetto regalo Venezia Biglietti per Maleficia documenti e strumenti di giustizia tra i secoli

 

  • Scopri misteri, segreti, leggende e fatti storici che hanno segnato gli anni straordinari della Repubblica Serenissima
  • Ammira gli antichi documenti utilizzati dal Sant'Uffizio nella persecuzione della stregoneria e delle pratiche occulte
  • Ammira gli strumenti di tortura come una garrota originale, uno schiaccia-testa e un autentico palo per le frustate

Testimonianze suggestive, documenti e oggetti: questi sono solo alcuni degli elementi che contribuiscono a rendere Maleficia una mostra unica nel suo genere, capace di svelare i misteri, i segreti, le leggende e i fatti storici che hanno segnato i mille straordinari anni della Repubblica Serenissima.

Visita il prestigioso Palazzo delle Prigioni e ammira manufatti originali e riproduzioni di antichi documenti utilizzati dal Sant'Uffizio nella persecuzione della stregoneria e gli strumenti di giustizia brutale impiegati per contrastarla.

In questo palazzo, tra il XV e il XVIII secolo, il terribile Tribunale dell'Inquisizione condannò a morte molte donne accusate di essersi dilettate in incantesimi, arti magiche e occulto.

Scopri gli strumenti di tortura come una garrota originale, uno schiaccia-testa e un autentico palo per le frustate in questa speciale mostra sulla superstizione e la sofferenza medievale.

Cosa è incluso

  • Biglietto d'ingresso Maleficia Venezia 

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strumento di giustiziastrumento di giustizia

Nella Venezia medioevale le streghe veneziane non praticano il satanismo, ma lo evocano quando devono usare pozioni o vari incantesimi e afrodisiaci, solitamente erotici, ma non mortali per quanto ne sappiamo. Il diavolo presta il suo aiuto anche gettando monete e sale nel fuoco o fuori dalla finestra: le carte dei Tarocchi hanno per loro dei rappresentanti del diavolo. Il loro luogo d'incontro era al Museo Ebraico del Lido, ritenuto ricco di poteri mistici. Le streghe appartenevano generalmente alle classi più povere della società, ricette e segreti venivano tramandati di madre in figlia alla vigilia di Natale o sul letto di morte, e la stregoneria era considerata una vera e propria professione. Ci sono "goti" nella pratica della divinazione. Il bicchiere viene riempito d'acqua, dove vengono posti i fili bianco e nero, e la cera d'api veniva sciolta.

 

, e a seconda di come di ponevano i fili quando la cera si risolidificava, dalla forma stessa della cera veniva interpretato il futuro.

Altre pratiche erano quelle di guardare in un bicchiere d’acqua illuminato da una candela, o leggere la mano, o contare gli anelli della catena del camino.

C’era la pratica per conoscere se l’uomo amato fosse fedele, o se fosse possibile per una donna farlo innamorare di sè; era la magia del “buttar le fave”: Si usavano nove fave, e su due di esse venivano segnati il maschio e la femmina, vernivano mescolate tutte insieme mentre la strega di turno recitava prima l’Ave Maria,poi  un Pater noster, segnandole con una croce: Venivano fatte cadere assieme a della cera, della calcina, del carbone, e da come cadevano si poteva ottenere il responso richiesto.

Per pratiche di  tipo “medico” (per procurare un aborto o per far venire le mestruazioni) venivano utilizzate pozioni a base di erbe velenose come l’erba sabina , che proveniva dal Cadore o dal Cansiglio, e il prezzemolo.


Secondo come si ponevano i fili quando la forma della si solidificava veniva interpretato il responso. Alcune pratiche consistevano invece nell'osservare attentamente un bicchiere d’acqua illuminato da una candela. Altre prevendevano di leggere la mano, o contare gli anelli della catena del camino. Esisteva una pratica per capire se l’uomo amato fosse fedele, o se fosse corruttibile e una donna avrebbe potuto farlo innamorare di sé. Questa usanza si chiamava "  “buttar le fave”. In pratica si prendevano nove fave, e su due di esse venivano segnati il maschio e la femmina. Successivamente si mescolavano insieme mentre la strega di turno recitava prima l’Ave Maria, poi  un Padre nostro. Mentre recitava segnava le fave con una croce. Alla fine venivano fatte cadere con della cera, della calcina, del carbone, e da come cadevano si poteva ottenere il responso richiesto.

Si effettuavano anche stregonerie mediche (ad esempio per procurare un aborto o per far venire le mestruazioni). in questi casi si usavano  pozioni a base di erbe velenose come l’erba sabina, che proveniva dal Cadore o dal cansiglio, e il prezzemolo.
Data la particolarità della stregoneria veneziana, ed il particolare distacco che aveva la Serenissima dalla chiesa le malcapitate che venivano poste all’attenzione dell’Inquisizione non subirono torture  e neanche vennero bruciate vive. Al massimo venivano estromesse dal partecipare alla vita cittadina per qualche giorno, o le si obbligava ad assistere alla Messa con una candela in mano. In casi più estremi venivano messe al dalla città per sei mesi o la fustigazione pubblica. Ma furono casi rarissimi.
Nel 1500 vennero svolti circa 1600 processi per “strigaria, maleficio, arte nagica e superstizione”in cui gli esponenti dell’inquisizione non cercarono patti con il diavolo o fatture mortalio. Proprio per questo motivo le  streghe processate vennero assolte. Ad alcune fu invece fatto  pagare pegno, tramite una cauzione rilasciate anche da terzi.
Qualcuna  delle pseudo streghe venne accusata per interessi personali dei loro nemici, come la bellissima cortigiana Andriana Savorgnan. Questa, sposando nel 1581 il nobile Marco Dandolo mobilitò la famiglia dello sposo, preoccupata per il patrimonio familiare, ma i due sposi fuggirono a Roma, e qui la Savorgnan venne assolta.

Tra le streghe conosciute ( i nomi sono ricavati dall’archivio storico di Venezia) Dina Passarina, che conviveva con un frate francescano si avvaleva dell’aiuto di uno spirito costretto, contenuto cioè in un bicchiere di cristallo di rocca, di nome Altan.  Elena Draga, aiutata dallo spirito Faraon, Giovanna , “strologa” indovina e guaritrice che più volte venne processata, dal 1552 al 1564, e messa ripetutamente al bando, che usava la divinazione del “goto”, Lucia “furlana”. Era sfregiata in viso e si avvaleva dell’aiuto dello spirito ” buranello”. Poi ci fu tale " Giovanna Semolina" che guariva la tigna, l’impotenza, e faceva l’aggiustaossi”. infine  Maddalerna Bradamante, della la ” Nasina” ed altre.
L’unico stregone maschio conosciuto fu Francesco Barozzi, che non lasciò molta traccia di sé nel mondo esoterico della Repubblica di Venezia .

La Serenissima, sempre disincantata, ironica, aperta a tutte le esperienze, anche perché all’origine del “sapere” delle streghe vi erano esperienze popolari, naturali, conoscenza approfondita delle erbe e della natura. Per questo Venezia esoterica raccolse in sé elementi di scienze naturali, fisica e chimica. Accumunò un  piccolo mondo di popolane a loro modo informate, di alchimisti ( chimici valenti) che diedero l’avvio a capolavori di conoscenza ed arte, come ad esempio l’arte dei maestri vetrai.
 

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