Regala o regalati un'esperienza diversa mentre visiti Venezia con la ristorazione sociale e tradizionale nei vivaci bacari di Venezia
I tour gastronomici di Venezia sono il modo migliore per vivere la città e puoi assaporare un gusto autentico di Venezia con una visita ai suoi bacari.
I bacari (o bacaro al singolare) sono le osterie tradizionali della laguna. Decorati in modo semplice e caloroso e con l'aroma dei piatti preferiti appena cucinati, ti verrà l'acquolina in bocca prima ancora di vederne uno.
Questo tour del bacaro ti porterà in piccoli bar del centro che ti sveleranno una delle tradizioni culinarie più vivaci del Veneto.
Immergiti nell'atmosfera genuina e amichevole della laguna e unisciti alla gente del posto per un vivace aperitivo in cui potrai assaggiare vini e spuntini gourmet locali (cicchetti) lungo il canale di Cannareggio.
L'aperitivo è un must in Italia, ma il miglior spritz lo troverai a Venezia. Inoltre, puoi abbinarlo a piccoli piatti di polpette, pesce, verdure, pane tostato con condimenti, delizie fritte e spiedini.
A Venezia vogliono tutti la stessa cosa: “evitare i luoghi più turistici”. Spesso, infatti, in una delle città più belle e visitate che ci sia al mondo, sembra difficile non imbattersi in locali patinati o nelle cosiddette trappole per turisti; più difficile, invece, è vivere esperienze autentiche, quotidiane, come ad esempio nelle case, con qualcuno del posto. È questo quello che accade con Barbara Grande, per tutti “la Babi uè” per le sue origini milanesi, che si muove tra i sestieri di Venezia come se ci fosse sempre stata. Con lei è possibile scoprire una Venezia più nascosta, da giro e spesa al Mercato del Pesce, a cicchettate nei migliori bacari della città, fino al pranzo preparato insieme a casa sua, in una zona meravigliosa, davvero fuori dagli itinerari più turistici. Il tutto scandito da racconti continui su storie, aneddoti e tradizioni veneziane: ad esempio lo sapevate perché si dice n’ombra de vin?
«L’ombra è un bicchiere molto piccolo che si chiama così perché un tempo c’erano degli ambulanti in piazza San Marco che vendevano il vino nei carretti e si spostavano di continuo rispetto all’ombra del campanile per evitare che si scaldasse al sole. Da lì si è iniziato a chiamarlo ombra de vin!»
Queste e tante altre curiosità sono quelle che Barbara racconta mentre vi porta alla scoperta della città, che conosce perfettamente in quanto frutto tanto di una passione quanto di lunghi studi in generale sul mondo veneziano; insomma, di un’origine che si è ritrovata nel sangue. Dopo vari giri per i sestieri più popolari (così si chiamano i sei quartieri di Venezia) e per i campi più belli (l’unica piazza è San Marco, le altre sono campi), come Santa Maria Nuova, è tempo di esplorare con lei il mercato del pesce di Rialto e il meraviglioso Palazzo della Pescheria in stile neo-gotico, costruito nel 1907, su progetto dell'architetto Domenico Rupolo. In un angolo del palazzo, a un'altezza di circa quattro metri da terra, c'è la statua bronzea del "Pescatore", opera di Cesare Laurenti, che rappresenta San Pietro, il più famoso pescatore della storia, realizzata anch'essa all'inizio del Novecento.
Qui ogni volta è tutto diverso: dagli incontri casuali, di solito il venerdì che è il giorno di punta (si fanno le scorte di pesce per il weekend), alle disponibilità del pescato a seconda della stagione; quello che non cambia mai è il suo modo di farvi vivere questa esperienza nel modo più reale possibile, spiegandovi anche alcuni dati storici importanti. Ad esempio, sulla facciata all’entrata del mercato, c’è un antico cartello in marmo bianco con il nome di alcuni pesci e il relativo peso: si tratta delle leggi che un tempo stabilivano il peso minimo che dovevano avere alcune varietà, in modo da evitare che venissero venduti pesci troppo piccoli o giovani, per una questione di sostenibilità. «La Serenissima era molto severa con chi vendeva il pesce sotto misura». Anche oggi c'è una certa selezione nell'offerta che trovate sui banconi e che sceglierete insieme a lei per il pranzo da preparare poi insieme a casa sua; ma non senza aver fatto prima una tappa obbligatoria a suon di cicchetti. A Venezia, infatti, ogni vicolo è scandito dalla presenza di un bacaro, dove fermarsi per una cicchettata.
“Andiamo a farci una cicchettata” o “a berci un gotto de vin, o n’ombra de vin”. Sono queste le frasi che sentirete più spesso passeggiando per i quartieri meno noti della città, dove vigono alcuni obblighi morali, come le varie tappe nei bacari. I bacari non sono dei bar, ci spiega sempre Barbara, ma delle piccole trattorie, delle osterie dove si va a mangiare un cicchetto con il solo ed unico scopo di berci insieme del vino. «È un concetto di cibo molto simile alle tapas», continua, «infatti i cicchetti di base sono pezzi di pane diversi con sopra del cibo sfizioso». Trovarli non è difficile, la città ne è piena; ma trovarli buoni, fatti come si deve, con materie prime fresche e di qualità, è un’altra cosa. Per questo, meglio affidarsi a chi in merito ne sa.
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